Ott 2

MINI BOND: MERCATO IN CRESCITA

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Spesso si sente definire quello dei Minibond un mercato in fermento ed in costante crescita, un canale di finanziamento alternativo e complementare al credito bancario, a fronte delle difficoltà a ripartire che quest’ultimo sta trovano a ripartire, soprattutto con riferimento alle PMI. Proprio le PMI possono, grazie ai Minibond, diversificare le fonti di finanziamento e ridurre la dipendenza dal sistema bancario. Ma cosa sono esattamente i Minibond? Come funzionano? A chi sono destinati?

1) Cosa sono i minibond
I Minibond sono stati introdotti dal Decreto Sviluppo nel 2012 dal governo Monti e, in estrema sintesi, sono un innovativo strumento di auto finanziamento per le aziende non quotate in Borsa grazie al quale ottenere fondi dagli investitori in cambio titoli di credito. Questo significa che a livello tecnico i Minibond sono semplici obbligazioni (titoli di credito) che un’azienda emette, offrendoli in cambio di un prestito a coloro che intendono investire nel proprio progetto. Come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola semestrale o annuale, nonché una data di scadenza.

2) Chi può emetterli
Possono emettere Minibond le aziende non quotate in Borsa. I requisiti perché le società non quotate possano emettere i Minibond sono:
– l’emissione assistita da uno sponsor;
– l’ultimo bilancio dell’emittente deve essere revisionato da un revisore legale o da una società di revisione;
– i titoli devono essere collocati presso investitori qualificati e devono circolare esclusivamente tra tali investitori a condizione che non siano direttamente o indirettamente soci.
La disciplina dei Minibond si applica alle piccole e medie imprese che rientrino nella definizione comunitaria (2003/361/CE): imprese con meno di 250 dipendenti ed un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro, oppure con un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro. Restano escluse dalla norma le micro-imprese.

3) Chi può sottoscriverli
Possono sottoscriverli gli investitori istituzionali professionali ed altri soggetti qualificati. Sono considerati sponsor:
– le banche;
– le imprese investimento;
– le SGR;
– le società di gestione armonizzate;
– SICAV;
– intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del T.U. bancario;
– le banche autorizzate all’esercizio dei servizi di investimento anche aventi sede legale in uno Stato extracomunitario, purché autorizzate alla prestazione di servizi nel territorio della Repubblica.

4) Come funzionano
Le imprese, per avvalersi di questo mezzo di finanziamento, devono predisporre un piano economico e finanziario, sulla base del quale dovrà essere predisposto un prospetto informativo che dovrà essere messo a disposizione dei potenziali investitori e contenere informazioni in merito a:
– la storia dell’azienda;
– il posizionamento di mercato;
– le caratteristiche del management della azienda;
– l’andamento economico finanziario storico e prospettico con una analisi del progetto di investimento che si intende finanziare tramite la emissione dei Minibond;
– il relativo piano di rimborsi con la remunerazione offerta agli investitori.

5) Sponsor
L’azienda dovrà poi trovare uno sponsor che la assista nella fase di emissione e collocamento.
Lo sponsor dovrà:
– assumersi l’impegno di assicurare la liquidabilità dei titoli fino a scadenza mantenendo una quota minima di titoli nel proprio portafoglio definita in base a dei livelli minimi predefiniti;
– effettuare una valutazione almeno semestrale del valore titolo, classificando l’emittente secondo un sistema di rating interno, che andrà aggiornato almeno semestralmente, o comunque ogni qualvolta intervengano elementi straordinari che possano modificare il giudizio.

6) Statistiche
Nel 2016 la percentuale di PMI che si è avvalsa dello strumento è passata dal 28,3% al 73,9%. Si sono affaciate al mercato obbligazionario 95 nuove imprese per un volume di 1,28 miliardi di euro. 19 di queste aziende avevano un fattirato inferiore ai 2 milioni di euro.