Dic 28

PER LA CORTE UE UBER E’ UN SERVIZIO TAXI E NON UN SERVIZIO WEB

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Un servizio d’intermediazione, come quello di Uber, avente ad oggetto la messa in contatto, mediante un’applicazione per smartphone e dietro retribuzione, di conducenti non professionisti utilizzatori del proprio veicolo con persone che desiderano effettuare uno spostamento nell’area urbana, deve essere considerato indissolubilmente legato a un servizio di trasporto e rientrante, pertanto, nella qualificazione di «servizio nel settore dei trasporti», ai sensi del diritto dell’Unione. Un servizio siffatto deve, di conseguenza, essere escluso dall’ambito di applicazione della libera prestazione dei servizi in generale nonché della direttiva relativa ai servizi nel mercato interno e della direttiva sul commercio elettronico.
Ne consegue che, allo stato attuale del diritto dell’Unione, è compito degli Stati membri disciplinare le condizioni di prestazione di siffatti servizi nel rispetto delle norme generali del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
E’ quanto si legge nel Comunicato stampa n. 136/2017 del 20 dicembre 2017 della Corte di Giustizia dell’Unione europea.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha deciso (Sentenza nella causa C-434/15) che Uber va considerato come un servizio di taxi, e non come una piattaforma digitale come l’azienda sostiene da tempo.
Secondo la Corte, tale servizio d’intermediazione deve essere considerato parte integrante di un servizio complessivo in cui l’elemento principale è un servizio di trasporto e, di conseguenza, rispondente non alla qualificazione di «servizio della società dell’informazione», ma a quella di «servizio nel settore dei trasporti».
Il processo era arrivato alla Corte dopo che nel 2014 un sindacato di tassisti di Barcellona aveva fatto causa a Uber per concorrenza sleale.
Dopo la causa Uber aveva sospeso le sue attività in Spagna per poi riprenderle nei mesi successivi, ma solo a Madrid.
Uber si era difesa proprio sostenendo di essere una semplice piattaforma digitale che mette in contatto gli autisti con i clienti, e non un servizio di trasporti. E quindi di non dover rispettare tutti i regolamenti – e i costi – che esistono per i secondi.