Nov 4

AL VIA IL BANDO PER IL MADE IN ITALY

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La legge di stabilità per l’esercizio 2015 ha attribuito uno stanziamento triennale straordinario alle attività di promozione e sviluppo dell’internazionalizzazione dei prodotti e dei servizi Made in Italy.
L’ammontare complessivo è pari a 220 milioni di euro di cui 130 nel 2015. Si tratta di uno sforzo finanziario straordinario che fa stato della rilevanza della componente estera per la nostra economia, sia in termini di PIL che di occupazione.
Il Ministero ha pertanto sottoposto alla cabina di regia per l’internazionalizzazione, che li ha condivisi, i principali obiettivi su cui orientare lo stanziamento straordinario di fondi e i filoni di attività in cui articolare il “Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia”.
L’entità dell’appalto complessivo ammonta a 1,4 milioni di euro, mentre la sua durata va dal 1° febbraio 2016 al 31 marzo 2018. Due i capitolati. Il primo riguarda la consulenza a supporto delle strategie di internazionalizzazione delle imprese dal 1° febbraio 2016 al 30 giugno 2017, per un valore di 900 mila euro. Il secondo è relativo al monitoraggio e alla valutazione di efficacia/impatto delle azioni del piano per la promozione del made in Italy, dal 1° febbraio 2016 al 31 marzo 2018, per un valore di 500 mila euro.
È con il bando del 20 ottobre 2015 che è stata lanciata la gara dal Mise riguardante l’affidamento di servizi professionali a supporto dell’attuazione del piano per il made in Italy. Ricordiamo che l’ammontare complessivo del piano made in Italy è pari a 220 milioni di euro di cui 130 nell’anno 2015. Ciascun concorrente può partecipare alla gara con riferimento a uno o ad entrambi i lotti candidandosi entro il 1° dicembre 2015. L’apertura delle offerte è fissata al 9 dicembre 2015, presso il ministero dello sviluppo economico.
Primo lotto (consulenza per internazionalizzazione). Il servizio di consulenza da parte dei professionisti riguarderà l’ambito delle politiche pubbliche di internazionalizzazione e di promozione degli scambi, l’attività di advisory strategico finalizzato alla elaborazione, redazione e presentazione di piani strategici articolati per paesi, per aree geoeconomiche, per settori, per tipologie d’intervento. E anche allo studio e analisi delle principali variabili connesse alla elaborazione e implementazione dei suddetti piani. A questo riguardo, tra gli altri, particolari approfondimenti e valutazioni dovranno essere compiuti su specializzazione produttiva nazionale di beni e servizi, rispetto alle prospettive di crescita del commercio mondiale, sulla potenzialità di internazionalizzazione distinte per i principali settori, con espresso riferimento alle dimensioni aziendali e alla propensione all’export, sulla potenzialità dei principali mercati esteri per ciascun settore merceologico considerato, sulle attività informative, formative e promozionali che presentano il miglior rapporto costo/beneficio per l’operatore pubblico rispetto agli obiettivi strategici predeterminati, sulla ricognizione delle tipologie promozionali poste abitualmente in essere dall’Ice e dagli altri finanziatori pubblici, con particolare riferimento a quelle presenti nel piano straordinario 2015 e valutazione della loro rispondenza alle attuali esigenze dei mercati internazionali, sulla distinzione tra fondi promozionali ordinari e straordinari, livello di integrazione e coordinamento con i programmi di altri soggetti pubblici che operano nel settore e comparazione, con i paesi principali competitor, dei piani strategici in essere e, per quanto possibile, delle loro prevedibili prospettive di evoluzione.
L’export rimane la principale voce positiva dell’economia italiana: nel 2013 ha pesato sul Pil per il 30,4%. Su circa 5 mila prodotti commerciati nel mondo, l’Italia ha la leadership – per surplus commerciale – su quasi mille, preceduta in questa classifica dalla sola Germania. Tutto questo è frutto del dinamismo delle nostre aziende, dell’eccellenza del nostro manifatturiero, di un “saper fare” diffuso e di grande valore delle imprese dei servizi: a tutto questo l’internazionalizzazione può dare ancora molto.