Mag 20

L’INGIURIA DEL LAVORATORE GIUSTIFICA IL LICENZIAMENTO

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Le ingiurie contro il datore possono legittimare il licenziamento per giusta causa.
Sulla corretta nozione di “insubordinazione” si è recentemente espressa la Corte di Cassazione, sez. Lavoro, con sentenza n. 9635 del 11/05/2016. Il caso affrontato aveva ad oggetto la legittimità di un licenziamento per giusta causa intimato nei confronti del dipendente di un Istituto Provinciale di Vigilanza. Il lavoratore si era rivolto ad un suo superiore gerarchico ingiuriandolo, diffamando indirettamente anche la dirigenza. Tale condotta aveva quindi spinto il datore a licenziare il dipendente. L’Istituto di Vigilanza sosteneva la ravvisabilità di un’ipotesi di insubordinazione del dipendente e la conseguente giusta causa di licenziamento.
La Suprema Corte è giunta quindi a riconoscere la legittimità del licenziamento intimato dichiarando che “la nozione di insubordinazione riguarda la critica rivolta ai superiori con modalità esorbitanti dall’obbligo di correttezza formale dei toni e dei contenuti e può essere di per sé suscettibile di arrecare pregiudizio all’organizzazione aziendale, dal momento che l’efficienza di quest’ultima riposa in ultima analisi sull’autorevolezza di cui godono i suoi dirigenti e quadri intermedi e tale autorevolezza non può non risentire un pregiudizio allorché il lavoratore, con toni ingiuriosi, attribuisca loro qualità manifestamente disonorevoli”.
Di nessuna rilevanza, invece, il fatto che il CCNL di riferimento contemplasse come causa di licenziamento solo condotte anche fisicamente aggressive.