Ott 22

LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO SU CONTROLLI TRAMITE GPS

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La tematica dei controlli a distanza del lavoratore – e la conseguente possibilità di utilizzare i dati raccolti ai fini disciplinari – è da lungo tempo oggetto di un’intensa discussione dottrinale e giurisprudenziale, che ruota attorno alla corretta interpretazione dell’art. 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Statuto dei Lavoratori).
Con la recente sentenza n. 20440 del 12 ottobre 2015 la Corte di Cassazione, nell’esaminare la questione dei c.d. controlli “difensivi” (ossia quelli “intesi a rilevare mancanze specifiche e comportamenti estranei alla normale attività lavorativa nonché illeciti”), ha affermato la legittimità di tale controllo “quando il lavoro dev’essere eseguito, al di fuori dai locali aziendali, ossia in luoghi in cui è più facile la lesione dell’interesse all’esatta esecuzione della prestazione lavorativa e dell’immagine dell’impresa, all’insaputa dell’imprenditore”.
Partendo da tali premesse, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento disciplinare intimato sulla base di prove acquisite, tra l’altro, mediante un sistema satellitare GPS (global positioning system), collocato sull’autovettura aziendale affidata al dipendente per svolgere il suo incarico (consistente nel coordinamento di un gruppo di addetti alla nettezza urbana).
La tematica dei controlli a distanza è destinata, peraltro, ad essere oggetto di un nuovo dibattito, in quanto l’art. 4 Stat. Lav. è stato recentemente modificato con il d.lgs. 14 settembre 2015 n. 151, entrato in vigore il 24 settembre 2015.